ESAME DI MATURITÀ. Il suo discorso sulla crisi climatica, e le responsabilità di politica e scienziati, finiti nella prova d’esame. Intervista al premio Nobel: «Mi piacerebbe scoprire se quel mio discorso è stato comprensibile, o se per l’ennesima volta uno scienziato non è riuscito a farsi capire»
Andrea Capocci
Finire nelle prove di maturità non conferisce il prestigio di un premio Nobel, ma è comunque un riconoscimento. Significa che quanto si è detto o scritto rappresenta un tema su cui un giovane deve sapersi esprimere. Oltre agli autori più classici, le tracce dell’esame di stato citano soprattutto intellettuali di area umanistica o sociale, molto spesso giornalisti e assai di rado gli scienziati. Quest’anno, dopo due anni senza prova scritta di italiano, il tema torna e riscopre la scienza. Nella traccia di «analisi e produzione di un testo argomentativo» si parte da un brano del premio Nobel Giorgio Parisi.
Professore, che effetto fa ritrovare le proprie parole nella traccia dell’esame di stato?
Sono molto contento che quel mio discorso in Parlamento sia stato preso come ispirazione per una traccia d’esame. Mi fa piacere soprattutto perché mostra che l’attenzione intorno ai temi che avevo toccato sta aumentando nel Paese, se addirittura finiscono nel tema di maturità.
Il brano citato dal ministero riguarda la crisi climatica. Era il discorso alla Camera dei Deputati dell’8 ottobre 2021 con cui si apriva la conferenza di preparazione alla conferenza sul clima di Glasgow, la Cop26. Tre giorni prima le era stato assegnato il premio Nobel per la fisica insieme a due climatologi.
In quel discorso toccai diversi temi, a partire dalle responsabilità della politica e degli scienziati nel contrasto alla crisi climatica. Di fronte a deputati e senatori di tutto il mondo menzionavo le scelte difficili che hanno di fronte i decisori politici, ma anche l’incertezza contenuta nelle previsioni della comunità scientifica, che potrebbero rivelarsi persino ottimistiche. Oggi iniziamo a renderci conto che le conseguenze del cambiamento climatico possono essere più pesanti del previsto. Ma nel mio discorso non si parlava solo di clima.
Quale altro argomento aveva toccato?
Il secondo argomento del mio discorso riguardava la misura del benessere. Oggi valutiamo lo stato di salute della nostra economia attraverso il prodotto interno lordo. Ma non è una buona misura. Come dissi alle Camera, cattura la qualità e non la quantità della crescita. Citai un discorso di Kennedy, secondo cui il prodotto interno lordo «misura tutto, tranne cioè che rende la vita degna di essere vissuta». Oggi abbiamo bisogno di misurare il nostro benessere in modo diverso, tenendo conto di altri aspetti dell’economia, come la sostenibilità. Gli economisti hanno elaborato altri indici, come l’«indice di sviluppo umano» e l’«indice di benessere economico sostenibile», e questo dimostra che l’alternativa al prodotto interno lordo esiste.
È un tema destinato a diventare ancora più attuale, ora che alla crisi climatica si è aggiunta la guerra.
La guerra, con i cambiamenti che potrebbe imporre ai nostri consumi, aumenta ancora di più se possibile l’importanza di andare oltre il prodotto interno lordo. «Se il prodotto nazionale lordo rimarrà al centro dell’attenzione, il nostro futuro sarà triste», dissi. Ma è un tema molto ampio e ha fatto benissimo il ministero a scegliere solo una delle due tematiche per la prova della maturità, perché due argomenti nella stessa traccia avrebbero disorientato gli studenti.
Tra l’altro proprio quel famoso discorso di Kennedy era diventato un’altra traccia della maturità, ma nel 2016. Cosa si aspetta che scrivano gli studenti a partire dalle sue parole?
Sinceramente non lo so. In questi mesi ho incontrato molti giovani, e sono sicuro che il modo in cui affrontiamo la crisi climatica è tra le loro priorità. Però non ho idea di cosa verrà fuori dagli scritti degli studenti e sarei molto curioso di leggere quei temi. Mi piacerebbe scoprire se quel mio discorso è stato comprensibile, o se per l’ennesima volta uno scienziato non è sono riuscito a farsi capire.
Le prime rilevazioni statistiche del ministero dicono che, delle sette tracce possibili, circa il 12% degli studenti ha scelto quella che la riguarda. Niente male.
C’erano altri temi molto interessanti tra cui scegliere. Penso ad esempio a quello che citava Luigi Ferrajoli e la sua Costituzione della Terra. Anche quella era una traccia molto bella.