Da Guglielmo Marconi a Enrico Fermi e Carlo Rubbia. In totale finora sono 20 i premi assegnati a italiani fin dalle origini del riconoscimento in tutte le discipline premiate
Una soddisfazione enorme quella che innesca la notizia del premio Nobel per la Fisica del professor Giorgio Parisi. Il ricercatore e docente universitario è il sesto fisico italiano insignito con il prestigioso riconoscimento dall’Assemblea dei Nobel al Karolinska Institutet di Stoccolma in Svezia. Il primo Nobel per la Fisica ad un italiano è stato assegnato nel 1909 a Guglielmo Marconi, si è poi dovuto aspettare fin o al 1938 per un nuovo riconoscimento alla fisica del nostro Paese con Enrico Fermi nel 1938 “per la sua dimostrazione dell’esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti da irraggiamento neutronico, e per la relativa scoperta delle reazioni nucleari indotte da neutroni lenti”.
Nel 1959 è stato premiato Emilio Gino Segrè con Owen Chamberlain “per la loro scoperta dell’antiprotone”. Il Nobel viene poi assegnato nel 1984 a Carlo Rubbia ex equo con l’olandese Simon van der Meer“per il loro contributo decisivo al grande progetto, che ha portato alla scoperta delle particelle W e Z, comunicatori di interazione debole”. Nel 2002 a conquistare il Nobel è stato l’italo americano Riccardo Giacconi, “per i contributi pionieristici all’astrofisica, che hanno portato alla scoperta di sorgenti cosmiche di raggi X”.
In totale finora sono 20 i Nobel assegnati a italiani fin dalle origini del premio. Dei 20 riconoscimenti, dodici sono quelli scientifici e di questi cinque (fino a ieri) quelli per la Fisica, sei per la Medicina e uno per la Chimica. Fra i 20 premiati le donne solo due: Grazia Deledda, per la Letteratura nel 1926, e Rita Levi Montalcini, per la Medicina 60 anni più tardi, nel 1986. L’ultimo Nobel a un ricercatore nato in Italia è quello del 2007 a Mario Capecchi, attivo negli Usa, ma per risalire a un ricercatore italiano che ha svolto in Italia la maggior parte del lavoro bisogna risalire a 62 anni fa, al Nobel per la Chimica assegnato nel 1959 a Giulio Natta.