La terza proposta della tipologia B è invece il discorso pronunciato dal premio Nobel per la fisica l’8 ottobre del 2021 in occasione della Pre-COP26
Dal discorso pronunciato da Giorgio Parisi, il premio Nobel per la Fisica 2021, il giorno 8 ottobre 2021 alla Camera dei Deputati in occasione del Pre-COP26 Parliamentary Meeting, la riunione dei parlamenti nazionali in vista della COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Glasgow (1-12 novembre 2021).
“L’umanità? deve fare delle scelte essenziali, deve contrastare con forza il cambiamento climatico. Sono decenni che la scienza ci ha avvertiti che i comportamenti umani stanno mettendo le basi per un aumento vertiginoso della temperatura del nostro pianeta. Sfortunatamente, le azioni intraprese dai governi non sono state all’altezza di questa sfida e i risultati finora sono stati assolutamente modesti. Negli ultimi anni gli effetti del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti: le inondazioni, gli uragani, le ondate di calore e gli incendi devastanti, di cui siamo stati spettatori attoniti, sono un timidissimo assaggio di quello che avverra? nel futuro su una scala enormemente piu? grande. Adesso, comincia a esserci una reazione forse piu? risoluta ma abbiamo bisogno di misure decisamente piu? incisive.
Dall’esperienza del COVID sappiamo che non e? facile prendere misure efficaci in tempo. Spesso le misure di contenimento della pandemia sono state prese in ritardo, solo in un momento in cui non erano piu? rimandabili. Sappiamo tutti che “il medico pietoso fece la piaga purulenta”. Voi avete il dovere di non essere medici pietosi. Il vostro compito storico e? di aiutare l’umanita? a passare per una strada piena di pericoli. E? come guidare di notte. Le scienze sono i fari, ma poi la responsabilita? di non andare fuori strada e? del guidatore, che deve anche tenere conto che i fari hanno una portata limitata. Anche gli scienziati non sanno tutto, e? un lavoro faticoso durante il quale le conoscenze si accumulano una dopo l’altra e le sacche di incertezza vengono pian piano eliminate. La scienza fa delle previsioni oneste sulle quali si forma pian piano gradualmente un consenso scientifico.
Quando l’IPCC1 prevede che in uno scenario intermedio di riduzione delle emissioni di gas serra la temperatura potrebbe salire tra i 2 e i 3,5 gradi, questo intervallo e? quello che possiamo stimare al meglio delle conoscenze attuali. Tuttavia deve essere chiaro a tutti che la correttezza dei modelli del clima e? stata verificata confrontando le previsioni di questi modelli con il passato. Se la temperatura aumenta piu? di 2 gradi entriamo in una terra incognita in cui ci possono essere anche altri fenomeni che non abbiamo previsto, che possono peggiorare enormemente la situazione. Per esempio, incendi di foreste colossali come l’Amazzonia emetterebbero quantita? catastrofiche di gas serra. Ma quando potrebbe accadere? L’aumento della temperatura non e? controllato solo dalle emissioni dirette, ma e? mitigato dai tantissimi meccanismi che potrebbero cessare di funzionare con l’aumento della temperatura. Mentre il limite inferiore dei 2 gradi e? qualcosa sul quale possiamo essere abbastanza sicuri, e? molto piu? difficile capire quale sia lo scenario piu? pessimistico. Potrebbe essere anche molto peggiore di quello che noi ci immaginiamo.
Abbiamo di fronte un enorme problema che ha bisogno di interventi decisi – non solo per bloccare le emissioni di gas serra – ma anche di investimenti scientifici. Dobbiamo essere in grado di sviluppare nuove tecnologie per conservare l’energia, trasformandola anche in carburanti, tecnologie non inquinanti che si basano su risorse rinnovabili. Non solo dobbiamo salvarci dall’effetto serra, ma dobbiamo evitare di cadere nella trappola terribile dell’esaurimento delle risorse naturali. Il risparmio energetico e? anche un capitolo da affrontare con decisione. Per esempio, finche? la temperatura interna delle nostre case rimarra? quasi costante tra estate e inverno, sara? difficile fermare le emissioni.
Bloccare il cambiamento climatico con successo richiede uno sforzo mostruoso da parte di tutti. E? un’operazione con un costo colossale non solo finanziario, ma anche sociale, con cambiamenti che incideranno sulle nostre esistenze. La politica deve far si? che questi costi siano accettati da tutti. Chi ha piu? usato le risorse deve contribuire di piu?, in maniera da incidere il meno possibile sul grosso della popolazione. I costi devono essere distribuiti in maniera equa e solidale tra tutti i paesi.”