Lo scienziato è stato citato per “le scoperte rivoluzionarie relative alla cromodinamica quantistica e lo studio dei sistemi disordinati complessi”. Il Ricercatore, docente universitario e presidente dell’Accademia dei Lincei dal 2018 al 2021 dice: “Un riconoscimento di questa natura è un premio collettivo che si estende a una comunità”
La soddisfazione non può essere che grande. Giorgio Parisi, presidente della classe di Scienze fisiche, matematiche e naturali dell’Accademia dei Lincei, ordinario di Fisica teorica dell’Università Sapienza di Roma e ricercatore associato dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), è entrato a far parte della classifica della Clarivate Citation Laureates, che comprende i ricercatori le cui pubblicazioni scientifiche sono fra le più citate al mondo e considerata una sorta di anticamera del premio Nobel. Lo scienziato è stato citato per “le scoperte rivoluzionarie relative alla cromodinamica quantistica e lo studio dei sistemi disordinati complessi”.
“Sono estremamente soddisfatto del riconoscimento dei Clarivate Citation Laureates, anche perché è la prima volta che viene dato a un Italiano. Un riconoscimento di questa natura è un premio collettivo che si estende a una comunità; il suo merito va anche ai più di 500 collaboratori che ho avuto, con i quali ci siamo divertiti nel cercare di svelare i misteri della natura. Sono molto contento e onorato per aver ricevuto questo premio prestigioso, non solo per essere stato inserito in una compagnia molto prestigiosa, ma anche per averlo preso lo stesso anno del mio amico Jean-Pierre Chaungeux, il famoso neurologo, socio straniero dell’Accademia dei Lincei – dice il fisico – È un riconoscimento molto interessante. La classifica si basa su informazioni relative al numero di pubblicazioni al fine di selezionare i ricercatori che, su questa base, avrebbero una possibilità di vincere il Nobel”. Nell’elenco vengono selezionati gli articoli con più di 2.000 citazioni: questi sono circa 6.500 su circa 52 milioni di quelli indicizzati dal 1970 ad oggi e rappresentano poco più dello 0,01% del totale considerato. Questo criterio – osserva Parisi -restringe di molto il campo degli studiosi presi in considerazione per i Citation Laureates che attualmente sono circa 380, tra i quali si annoverano 59 Premi Nobel. “È una cosa importante e non so come mai finora nella classifica non abbiano mai menzionato un italiano che lavori in Italia. Sono il primo, speriamo porti fortuna!“.
Attiva dal 1989, la classifica è il risultato dell’analisi condotta dall’Institute for Scientific Information, che ogni anno valuta l’impatto dei ricercatori che hanno maggiormente influenzato la comunità scientifica internazionale. Condotta sulle aree di ricerca Medicina o Fisiologia, Fisica, Chimica ed Economia, l’analisi è di tipo quantitativo e si basa sull’impatto delle pubblicazioni scientifiche di ciascun ricercatore. Prima di Parisi, nel 2006 era entrato nella classifica Mario Capecchi, nato in Italia ma cittadino americano attivo negli Stati Uniti, vincitore del Nobel per la Medicina nel 2007.
Nato a Roma nel 1948, Parisi si è laureato in Fisica a La Sapienza di Roma nel 1970 sotto la guida di Nicola Cabibbo e ha iniziato la sua carriera scientifica nei Laboratori Nazionali di Frascati dell’Infn, prima come membro del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) (1971-1973) e poi come ricercatore dell’Infn (1973-1981). Durante questo periodo ha trascorso lunghi soggiorni all’estero, prima alla Columbia University di New York (1973-1974), all’Institut des Hautes Études Scientifiques a Bures-sur-Yvettes (1976-1977), all’Ecole Normale Supérieure di Parigi (1977-1978). È stato Presidente dell’Accademia dei Lincei dal 2018 al 2021.
Determinanti i suoi contributi scientifici in diverse aree della fisica: dallo studio delle particelle elementari alla meccanica statistica e alla fluidodinamica, dalla materia condensata ai supercomputer. Sistemi complessi come reti neurali, sistema immunitario e il movimento di gruppi di animali sono stati oggetto di alcuni dei suoi oltre 600 articoli. Nella sua carriera ha vinto due finanziamenti del Consiglio Europeo delle Ricerche (Erc) e alcuni fra i premi scientifici più prestigiosi, come la Medaglia Boltzmann (1992), la Medaglia Dirac per la fisica teorica (1999, la Medaglia Max Planck (2011), il premio Wolf (2021).