Il Nobel Giorgio Parisi contro la legge che promette sussidi all’agricoltura che fa maturare il letame nelle corna di vacche

di Tino Oldani

«La situazione politica in Italia è grave, ma non seria». Forse mai come oggi il celebre aforisma di Ennio Flaiano trova conferma nella realtà. Dopo una settimana di applausi e festeggiamenti mediatici per la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, e dopo il Fessival di Sanremo (azzeccato neologismo di Marcello Veneziani), governo e parlamento dovrebbero dare il meglio, e alla svelta, per venire a capo di questioni interne e internazionali piuttosto gravi: il forte rincaro dell’energia sta mettendo fuori mercato un terzo della manifattura industriale, con ricadute devastanti sui posti di lavoro; l’inflazione sta erodendo buste paga, pensioni, risparmi e consumi; il pil cala invece di aumentare; ai confini dell’Ucraina spirano venti di guerra. Ma governo e parlamento, che fanno? Basta leggere due articoli, uno del Nobel 2021 per la fisica Giorgio Parisi, l’altro del costituzionalista Sabino Cassese, per capire che, nonostante Mario Draghi, siamo rimasti ai tempi di Flaiano.

La prova? Oggi, martedì 8 febbraio, alla Camera dei deputati sarà messo in votazione una legge sull’agricoltura biologica, già approvata dal Senato, per la quale si prevedono stanziamenti pubblici. In linea di principio, un provvedimento in sintonia con l’aumento dei consumi di cibi biologici. Nulla di male, si direbbe. Ma non è così. Questa legge, infatti, contiene alcune norme che equiparano l’agricoltura biologica a quella biodinamica. E questo, per il Nobel Parisi, non va bene. Tanto che, in un articolo sull’Huffingtonpost, scrive: «Da privato cittadino trovo assurde tali norme, contrarie al senso comune e francamente incostituzionali». Sullo stesso tema, per dirsi totalmente contraria all’approvazione, era già intervenuta la senatrice a vita Elena Cattaneo nel maggio 2021, quando la legge era all’esame del Senato. Un intervento spettacolare, per opporsi alla concessione di fondi pubblici alla «stregoneria» dell’agricoltura biodinamica, paragonata dalla senatrice all’esoterismo. Il Senato, tuttavia, approvò.

Per impedire che la Camera faccia altrettanto, il Nobel Parisi ricorda che l’agricoltura biodinamica è «un insieme di pratiche basate sulla visione spirituale del mondo, elaborate dal teosofo ed esoterista Rudolf Steiner a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento». Tra queste pratiche, che per Parisi «sanno di magia», è inclusa anche quella che prescrive, con apposito disciplinare, di spruzzare sui campi «infime quantità di preparati biodinamici tipici, come il letame fatto maturare dentro corna di vacche (che hanno figliato almeno una volta), oppure fiori di achillea che sono stati sepolti per vari mesi dentro la vescica di un cervo maschio». La senatrice Cattaneo, per chiarire l’assurdità di tale disciplinare, ha detto: «Il corno, una volta riempito, viene sotterrato per fermentare durante l’inverno e recuperato nei giorni prossimi alla Pasqua per essere sottoposto alla – cito – fondamentale operazione di miscelazione e dinamizzazione con acqua tiepida di sorgente, pozzo o piovana, che ha durata di circa un’ora e può essere effettuata manualmente, ma anche tramite macchine speciali».

Sembra un testo del Bagaglino, invece era per dare la sveglia al Senato, che se n’è fregato. Così come ha ignorato quanto la senatrice Cattaneo ha detto anche sul «preparato 502 del disciplinare dell’agricoltura biodinamica, ossia una vescica di cervo maschio riempita di fiori di achillea, lasciata essiccare al sole per tutta l’estate, sotterrata a 30 centimetri di profondità (non un centimetro di più) in autunno e dissotterrata sempre nel periodo di Pasqua». Per Parisi è evidente che «vi è stata una mancanza di approfondimento del Parlamento. Qualcuno deve avere scambiato l’agricoltura biodinamica per un’agricoltura biologica rafforzata, e non si è accorto che stava inserendo nella legislazione italiana riferimenti ai preparati biodinamici che si basano su una visione del mondo dominata da forze eterico-astrali, che si accumulano tramite corna di animali». Con il risultato di garantire alle associazioni del biodinamico una corsia preferenziale, compresa la presenza al Tavolo tecnico che deve proporre e organizzare gli interventi a favore dell’agricoltura biologica». Traduzione: soldi dei contribuenti per pratiche agricole esoteriche.

In attesa di sapere se pure la Camera riuscirà a dare di sé l’immagine di un Bagaglino elevato a potere legislativo, non conforta scoprire che anche il governo di Mario Draghi approva, a volte, norme di legge scritte con un linguaggio incomprensibile, benché siano di interesse generale. In proposito, sul Corriere della sera, il giurista Sabino Cassese ha letteralmente fatto a pezzi il decreto-legge sulle recenti certificazioni Covid-19, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 4 febbraio. Un testo paragonato, per grado di difficoltà, alla Fenomenologia dello spirito di Hegel: «in soli sette articoli sono stati condensati ben dieci rinvii ad altri decreti o leggi, con frasi che sfiorano in qualche caso il centinaio di parole», ben più delle 25 parole che il linguista Tullio De Mauro suggeriva per rendere un testo leggibile.

Così, ironizza Cassese, poiché il decreto è entrato in vigore il giorno dopo, il governo ha richiesto a una cinquantina di milioni di italiani di «dotarsi nelle ore notturne di una piccola biblioteca giuridica e di molta pazienza per completare il puzzle degli incastri di norme che rinviano da una all’altra». Ma se lo Stato comunica in questo modo con i cittadini, osserva giustamente Cassese, che può aspettarsi dai cittadini? Da qui l’invito del giurista ad acquistare, a spese del Tesoro, duecento copie di una decina di libri di linguistica per imparare a scrivere le leggi in modo comprensibile a tutti. Un ritornello, per la verità, che sentiamo da decenni, salvo constatare che viene sempre ignorato dai marchesi del Grillo di turno.